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Una volta colpevole, ora innocente ma ancora morto

L’avvocato che difese Horn nel finto processo, Joseph Moch mise in discussione senza sosta la testimonianza di Joe LeFors, un vice sceriffo degli Stati Uniti che disse che Horn aveva ammesso di aver sparato al ragazzo Nickell. Ma il signor Moch definì la testimonianza di LeFors “altamente sospetta”, dato che il vice aveva preso una tangente di 500 dollari da un allevatore che era perifericamente coinvolto nel caso.

La famiglia Nickell era vista con ostilità dagli allevatori di bestiame dell’epoca a causa del suo grande gregge di pecore, che i proprietari di bestiame vedevano come una minaccia ai pascoli della prateria perché le pecore mangiavano l’erba fin quasi alle radici. Willie Nickell fu ucciso da colpi di fucile il 18 luglio 1901 mentre cavalcava vicino alla fattoria della sua famiglia.

Una pietra piatta era stata posta sotto la testa di Willie quando il corpo fu trovato, e la reputazione di Horn sosteneva che questo era il suo modo di identificare le vittime così i suoi datori di lavoro lo avrebbero pagato per eliminarle. Confessione sentita

I sostenitori di Horn sostengono che il ragazzo Nickell fu in realtà ucciso da un giovane vicino come parte di una vecchia faida. All’epoca, un’insegnante disse di aver sentito il giovane dire questo a suo padre, ma la sua storia fu respinta dal governatore Fenimore Chatterton, che ordinò di procedere con l’impiccagione di Horn.

Nel processo farsa, tenutosi giovedì e venerdì in un’aula del tribunale distrettuale, fu permessa la testimonianza dell’insegnante, Glendolene Kimmel.