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Xenotrasfusione di sangue canino ai gatti: una revisione di 49 casi e il loro risultato

Obiettivi: Descrivere l’uso di un protocollo di xenotrasfusione, l’esito della xenotrasfusione nei gatti riceventi e valutare la memoria del proprietario della xenotrasfusione.

Materiali e metodi: Sono stati inclusi i gatti a cui sono state somministrate xenotrasfusioni in due ospedali tra gennaio 2016 e luglio 2018. Sono stati registrati l’aderenza al protocollo di xenotrasfusione, la causa dell’anemia, il gruppo sanguigno, il volume delle cellule imballate (PCV), il volume della trasfusione, le reazioni alla trasfusione, il PCV 12 ore dopo la trasfusione e la sopravvivenza alla dimissione. I proprietari dei gatti sopravvissuti sono stati interrogati per valutare se ricordavano che era stata eseguita una xenotrasfusione.

Risultati: Quarantanove gatti sono stati sottoposti al protocollo di xenotrasfusione. Le cause più comuni di anemia erano la perdita di sangue chirurgica (n = 17), l’anemia emolitica immunomediata (n = 14) e la neoplasia (n = 14). Il PCV mediano prima della trasfusione era del 10%. Sei gatti (12%) hanno avuto reazioni trasfusionali febbrili non emolitiche. La PCV mediana 12 ore dopo la trasfusione era del 25%. Dieci gatti (20%) sono morti o sono stati soppressi entro 24 ore dalla xenotrasfusione. Una reazione trasfusionale emolitica ritardata si è verificata in 25 dei 39 (64%) gatti, manifestandosi come ittero in 15 gatti dopo una mediana di 1,9 giorni e siero emolitico in 19 gatti dopo una mediana di 2 giorni. Dei 18 gatti vivi a 1 settimana dopo la dimissione, 15 (83%) erano ancora vivi a una mediana di 173 giorni dopo la xenotrasfusione. Tutti i proprietari contattati ricordavano che i loro gatti avevano ricevuto una xenotrasfusione.

Significato clinico: La xenotrasfusione di globuli rossi confezionati canini ai gatti è possibile, ma ci si deve aspettare un’emolisi tra 1 e 6 giorni dopo la trasfusione.