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William I

William I

Il re inglese Guglielmo I (1027/1028-1087), detto il Conquistatore, sottomise l’Inghilterra nel 1066 e trasformò questo paese sassone-scandinavo in uno con un’aristocrazia francofona e con disposizioni sociali e politiche fortemente influenzate da quelle della Francia settentrionale.

Guglielmo I era il figlio illegittimo di Roberto I il Diavolo, duca di Normandia, e di Arletta, figlia di un conciatore. Prima di andare in pellegrinaggio nel 1034, Roberto ottenne il riconoscimento di Guglielmo come suo successore, ma un periodo di anarchia seguì la morte di Roberto nel 1035. Crescendo, il duca Guglielmo stabilisce gradualmente la sua autorità; la sua vittoria su un rivale a Val-e’s-Dunes nel 1047 lo rende padrone della Normandia. Una cronaca riferisce che nel 1051 o 1052 fece visita a suo cugino Edoardo il Confessore d’Inghilterra, che potrebbe avergli promesso la successione al trono inglese.

Circa il 1053 Guglielmo sposò una lontana parente, Matilde, figlia di Baldovino V, conte di Fiandra. Ella gli diede quattro figli e quattro figlie, tra cui Roberto, duca di Normandia; re Guglielmo II; re Enrico I; e Adela, contessa di Blois, madre di re Stefano.

L’abilità militare, la spietatezza e l’abilità politica di Guglielmo gli permisero di elevare l’autorità del duca di Normandia a un livello completamente nuovo e allo stesso tempo di mantenere l’indipendenza pratica del suo sovrano, il re di Francia. Guglielmo completò la conquista del Maine nel 1063, e l’anno successivo fu riconosciuto come signore della Bretagna.

Conquista normanna dell’Inghilterra

Nello stesso anno, secondo le fonti normanne, Harold, conte del Wessex, figlio di Godwin, capo della nobiltà anglosassone, cadde nelle mani di Guglielmo e fu costretto a giurare di sostenere la pretesa di Guglielmo al trono inglese. Harold fu comunque incoronato re dopo la morte di Edoardo il 6 gennaio 1066. Guglielmo si assicurò per la sua rivendicazione la sanzione del Papa, che era interessato a correggere gli abusi nella Chiesa inglese; allo stesso tempo, ordinò la costruzione di trasporti e raccolse un esercito di avventurieri dalla Normandia e dalle province vicine. Guglielmo era anche in contatto con il fratello esiliato di Harold, che con il re di Norvegia attaccò il nord dell’Inghilterra. Harold sconfisse questi nemici a Stamford Bridge il 25 settembre 1066, ma la sua assenza permise a Guglielmo di sbarcare senza opposizione nel sud tre giorni dopo. Harold tentò di bloccare l’avanzata di Guglielmo, ma fu sconfitto e ucciso nella battaglia di Hastings il 14 ottobre 1066. Dopo una breve campagna Guglielmo fu ammesso a Londra e incoronato re il giorno di Natale.

Nei quattro anni successivi Guglielmo e i suoi seguaci normanni si assicurarono la loro posizione; dopo l’ultima seria rivolta, nello Yorkshire nel 1069, egli “si abbatté sugli inglesi del nord come un leone furioso”, distruggendo case, raccolti e bestiame, così che la zona fu spopolata e impoverita per molti decenni. Guglielmo si impadronì dei vecchi possedimenti reali e di gran parte delle terre confiscate ai ribelli sassoni. Egli tenne per sé quasi un quarto del reddito della terra nel regno. Circa due quinti li concesse ai suoi seguaci più importanti, da tenere in cambio del servizio di un numero fisso di cavalieri. Questo metodo feudale di possesso della terra era comune nella Francia settentrionale, ma era raro, se non sconosciuto, in Inghilterra prima della Conquista.

Governo dell’Inghilterra

Dichiarando di essere il legittimo erede del re Edoardo, Guglielmo mantenne la validità generale della legge anglosassone ed emanò poca legislazione; le cosiddette leggi di Guglielmo (Leis Willelme) non furono compilate fino al XII secolo. Guglielmo prese anche in mano la macchina di governo esistente, che era per molti versi più avanzata di quella della Francia. Il governo locale fu posto saldamente sotto il suo controllo; conte e sceriffo erano i suoi ufficiali, rimovibili a suo piacimento. Egli fece uso di una tassa fondiaria stabilita e di un obbligo generale al servizio militare.

Guglielmo controllava anche la Chiesa. Nel 1070 nominò Lanfranc, abate dell’abbazia di Santo Stefano a Caen, come arcivescovo di Canterbury. Lanfranc divenne il fidato consigliere e agente di Guglielmo. L’alto clero inglese, i vescovi e gli abati furono quasi interamente sostituiti da stranieri. In una serie di concili Lanfranc promulgò decreti intesi a portare la Chiesa inglese in linea con gli sviluppi all’estero e a riformare gli abusi. Pur incoraggiando le riforme, Guglielmo insistette sul suo diritto di controllare la Chiesa e le sue relazioni con il papato. Egli controllava le elezioni dei prelati; non avrebbe permesso che nessun papa fosse riconosciuto e che nessuna lettera papale fosse ricevuta senza il suo permesso; e non avrebbe permesso ai vescovi di emettere decreti o scomunicare i suoi funzionari o inquilini in capo senza il suo ordine. Verso il 1076 Guglielmo rifiutò la richiesta di papa Gregorio VII di prestare fedeltà alla Chiesa romana per l’Inghilterra, e la questione fu lasciata cadere.

Il libro di Domesday e la morte

A Natale del 1085, Guglielmo ordinò di effettuare un grande censimento dell’Inghilterra, principalmente per registrare la responsabilità della tassa sulla terra, o “geld”. I risultati furono riassunti nei due grandi volumi conosciuti come il Domesday Book. Sei mesi dopo, in un grande raduno a Salisbury, Guglielmo richiese il giuramento di fedeltà a tutti i grandi proprietari terrieri, che fossero o meno tenutari della Corona. In questo come nel Domesday survey, egli stava affermando i suoi diritti come re sui sudditi, non semplicemente come signore feudale sui vassalli.

Per tutta la sua vita Guglielmo fu coinvolto in una campagna quasi incessante: contro i ribelli in Normandia e in Inghilterra, i nemici in Francia, i gallesi e gli scozzesi. Il re scozzese fu costretto a rendere omaggio a Guglielmo nel 1072. Guglielmo morì a Rouen, in Francia, il 9 settembre 1087. Fu rispettato per il suo giudizio politico, il suo interesse per la riforma della Chiesa, la regolarità della sua vita privata e i suoi sforzi per mantenere l’ordine. Ma soprattutto era temuto; la Cronaca anglosassone dice che “era un uomo molto severo e duro, così che nessuno osava fare qualcosa contro la sua volontà.”

Altre letture

La biografia standard di Guglielmo I è David C. Douglas, William the Conqueror (1964). R. Allen Brown, The Normans and the Norman Conquest (1970), tratta l’invasione in dettaglio, mentre F. M. Stenton, ed., The Bayeux Tapestry (1947; 2d ed. 1965), offre una vivida cronaca contemporanea dal punto di vista normanno. La migliore storia generale del periodo è Stenton’s Anglo-Saxon England (1943; 3d ed. 1971), che si conclude con la morte di William. □