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UN FILM DA RICORDARE: “LO ZIO DI OZ” (1939)

Prima di entrare nel merito, voglio menzionare che “UN FILM DA RICORDARE” sarà una serie su film che hanno raggiunto un anniversario fondamentale dalla loro origine nell’essere culturalmente, storicamente o esteticamente significativi. Gli articoli conterranno la trama del film, il regista, il cast, una compilation di banalità, varie foto, il trailer del film, la ricezione della critica e altro ancora. Allora, cominciamo:

Siamo qui per celebrare l’80° anniversario de “Il mago di Oz” di Victor Fleming. Diamo uno sguardo all’interno del film:

Schema del film:

Una ragazza e il suo cane vengono spazzati via da una fattoria in Kansas in una magica terra di Oz in un tornado e si imbarca in una ricerca con i suoi nuovi amici per vedere il Mago che può aiutarla a tornare a casa in Kansas e aiutare anche i suoi amici.

Fotogramma del regista Victor Fleming.

STUDIO:

Metro-Goldwyn-Mayer (MGM)

DIRETTORE:

Victor Fleming

CAST:

  • Judy Garland … Dorothy Gale
  • Frank Morgan … Professor Marvel / Il mago di Oz / Il guardiano / Il conducente della carrozza / La guardia
  • Ray Bolger … “Hunk” / Spaventapasseri
  • Jack Haley … “Hickory” / Uomo di Latta
  • Bert Lahr … “Zeke” / Leone Codardo
  • Billie Burke … Glinda la Strega Buona
  • Margaret Hamilton … Miss Almira Gulch / La Malvagia Strega dell’Ovest
  • Clara Blandick … Zia Em
  • Charley Grapewin … Zio Henry
  • Pat Walshe … Re Scimmia Alata
  • Terry … Toto
  • I nani cantanti … I Munchkins

GENERE(I):

Avventura | Famiglia | Fantasy | Musical

TAGLINE:

Andiamo a vedere il Mago, il meraviglioso!

Immagine fissa di Judy Garland in “The Wizard of Oz”.

Il film è noto per essere il perenne quintessenza del musical fantasy per famiglie che è, senza incertezze, il più amato e celebrato film per bambini mai realizzato, che è una parte essenziale della cultura pop, in quanto è sagacemente allegorico come qualsiasi opera shakespeariana nel mettere semplicemente a nudo le emozioni primarie, esponendo le nostre ansie infantili di abbandono e inefficacia e portando la comprensione della tensione tra le comodità coercitive della casa e i terrori indomabili dell’ignoto che segnano tutte le nostre vite adulte. Il regista Victor Fleming esibisce superbamente e simultaneamente una narrazione genuina e all’antica con un’ulteriore abilità visiva innovativa e l’intraprendenza tecnologica, utilizzando una miscela conglomerata di forza d’animo e inventiva dei talenti di Hollywood per produrre filoni di componenti unici e autentici mai tentati prima nel cinema (all’epoca), che è ancorato con un cast duraturo di interpretazioni guidato da Judy Garland in questo senso di meraviglia e paura, favola di delizie e paure, e il fascino dell’estrinsecazione e del comfort di casa in un classico del cinema ideale. Il film è basato sul romanzo di L. Frank Baum “The Wonderful Wizard of Oz”, inizialmente ha catturato notevoli consensi a parte alcune osservazioni critiche, tuttavia, il suo status ha continuato a crescere poiché è ampiamente considerato come uno dei più grandi film della storia del cinema ed è diventato un’icona della cultura pop americana.

Ecco quali sono state alcune delle critiche al film nel corso degli anni:

Roger Ebert del Chicago Sun-Times dice: “‘Il Mago di Oz’ ha una meravigliosa superficie di commedia e musica, effetti speciali ed eccitazione, ma lo guardiamo ancora sei decenni dopo perché la sua storia di fondo penetra direttamente nelle più profonde insicurezze dell’infanzia, le agita e poi le rassicura. Da adulti, lo amiamo perché ci ricorda un viaggio che abbiamo fatto.”

Peter Stack del San Francisco Chronicle dice: “Questo meraviglioso film sembra magico sul grande schermo: i colori sono un picnic per gli occhi, i dettagli incombono così chiaramente che puoi praticamente toccarli e c’è un senso del più grande della vita con un film che è già più grande della vita – questo probabilmente il più grande di tutti i film live-action per famiglie.”

Otis Ferguson di The New Republic dice: “La storia ha ovviamente delle idee deliziose e selvagge, ma il film non sa che farsene, se non essere dolorosamente letterale ed elaborato su tutto… non ci si può aspettare che abbia anche un senso dell’umorismo – e per quanto riguarda il leggero tocco di fantasia, pesa come una libbra di torta alla frutta fradicia.”

Claudia Puig di USA Today dice: “Le scarpette di rubino scintillano con un abbaglio ineguagliabile, la tortuosa strada di mattoni sembra incomparabilmente gialla e la Città di Smeraldo brilla di un verde sempre più affascinante – la miscela di narrazione classica vecchio stile con tecnologia all’avanguardia è innegabilmente affascinante.”

Whittaker Chambers del TIME Magazine dice: “‘Il Mago di Oz’ dovrebbe risolvere una vecchia controversia di Hollywood: se la fantasia può essere presentata sullo schermo con lo stesso successo degli attori umani e dei cartoni animati. È possibile. Finché ‘Il Mago di Oz’ si attiene alla fantasia e alla magia, galleggia nella stessa rara atmosfera di incanto che ha contraddistinto ‘Biancaneve e i sette nani’ di Walt Disney.

Immagine fissa di Margaret Hamilton (sinistra), Judy Garland e Billie Burke (destra) in “The Wizard of Oz”.

Come si può capire dalle reazioni della critica, il film fu inizialmente molto lodato ma non senza denunce da parte di alcuni critici che sostenevano che la Garland fosse un po’ troppo vecchia per il suo ruolo, mentre alcuni ritenevano che non avesse alcuna traccia di immaginazione, buon gusto o ingenuità, tuttavia, è emerso nel corso del tempo come una pietra miliare del cinema culturale. Fleming, insieme a un’amalgama di forze creative, crea uno spettacolo tradotto in un gioco cinematograficamente magico che è costituito dall’abbagliante uso illustre del Technicolor, dalla narrazione fantasmagorica, dalla coreografia vaudevilliana, da composizioni musicali contagiose, da caratterizzazioni memorabili, da commenti filosofici penetranti e da ogni risorsa della fotografia artificiale – compreso un tornado realisticamente elaborato. È un’ode al potere dell’amicizia e dell’immaginazione che colpisce una felice mediazione tra capriccio e finzione che è sostenuta da una competente e sapiente troupe di interpreti guidati da Garland in questo vorticoso lavoro di meraviglia di un gioiello cinematografico visivamente piacevole, vibrante e incantevolmente coinvolgente, eterno. Ma lascerò decidere a voi…

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