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Perché la ripetizione può essere potente… e come farla bene

E’ mai giusto ripetere la stessa parola o frase nella scrittura?

La ripetizione involontaria è qualcosa da cui gli autori sono (giustamente) avvertiti di stare attenti, in particolare nella narrativa.

La ripetizione intenzionale, tuttavia, è uno strumento potente: può essere usata per rendere i punti più memorabili nella non-fiction o per enfatizzare un motivo particolare nella narrativa. (E naturalmente potete probabilmente pensare a molte poesie, o anche a libri per bambini, che usano la ripetizione.)

Gestire la ripetizione involontaria

Come la maggior parte degli autori, ho la tendenza a ricadere sulle stesse parole o frasi un po’ troppo spesso… senza accorgermene. La mia redattrice, Lorna Fergusson di Fictionfire, è bravissima ad individuarle per me!

Quando stai editando il tuo lavoro, o leggendo un pezzo per un altro scrittore, fai attenzione che la stessa parola sia usata troppo spesso in un breve passaggio di testo.

Ecco un esempio:

John rientrò come una furia nella stanza. “State indietro!” urlò.

Steven fu preso alla sprovvista; pensava che la discussione fosse finita. Si allontanò.

Il problema qui è che la ripetizione e la quasi ripetizione di “indietro” non sta creando un effetto significativo. Invece, comincia a stonare; sembra quasi comico.

Nota anche che la parola “indietro” non è usata ogni volta con lo stesso senso: questo può rendere difficile individuare la ripetizione quando stai scrivendo.

La ripetizione involontaria è, fortunatamente, uno dei problemi di scrittura più facili da risolvere. Ecco una riscrittura dello stesso passaggio:

John rientrò come una furia nella stanza. “Lascia perdere!” urlò.

Steven fu colto di sorpresa; pensava che la discussione fosse finita. Si allontanò.

Su una scala più ampia, può essere difficile vedere quando le stesse parole o frasi ricorrono un po’ troppo spesso, specialmente nel proprio lavoro. Un trucco utile qui è, quando pensate di averne uno, di eseguire un trova e sostituisci nel vostro manoscritto per vedere quanto spesso viene fuori (e potenzialmente per evidenziare le occorrenze).

Come si fa quindi ad avere una giusta ripetizione?

Considera la ripetizione a diversi livelli

È facile vedere la ripetizione all’opera quando una buona parte del testo complessivo è ripetuta: in un libro per bambini, per esempio.

Se conosci The Gruffalo di Julia Donaldson, probabilmente ricorderai alcune delle sezioni chiave ripetute, come questa, che viene fuori tre volte inalterata:

“Un gruffalo? Cos’è un gruffalo?”
“Un gruffalo! Perché, non lo sapevi?”

Oppure in We’re Going on a Bear Hunt di Michael Rosen, ogni parte della caccia all’orso inizia così:

We’re going on a bear hunt.

We’re going to catch a big one.

Che bella giornata!

Non abbiamo paura.

Questo tipo di ripetizione sarebbe troppo per bambini più grandi o adulti, ma si potrebbe essere in grado di utilizzare la ripetizione su una scala diversa nel vostro lavoro. Questo potrebbe essere:

  • (Su larga scala: in una serie di libri) Tutti i tuoi romanzi iniziano in un modo particolare, per esempio – con un prologo o una lettera o una telefonata o un omicidio o qualsiasi cosa funzioni per te e il tuo genere.
  • (Piccola scala: all’interno di un paragrafo o di una lista) Il tuo libro di non-fiction usa la ripetizione di tanto in tanto per rinforzare un punto che vuoi che i lettori ricordino.

Usa la Regola del Tre

Pensa a tutte le favole che conosci che coinvolgono tre: I tre porcellini, I tre capretti, Riccioli d’oro e i tre orsi… il numero tre funziona molto bene quando si ripete qualcosa.

Il tre permette di stabilire uno schema e poi di romperlo per effetto (in tutte queste storie): si ha l’impostazione “normale” con le prime due, poi la svolta a sorpresa con la terza.

Il tre sembra completo. In The Gruffalo, ci sono tre incontri tra il topo e grandi animali – una volpe, un gufo e un serpente – e ognuno di questi procede esattamente nello stesso modo. (Il colpo di scena a sorpresa arriva a metà del libro.)

Tre è anche memorabile. (Se volete che la gente ricordi quello che state dicendo, allora tre punti chiave funzioneranno molto meglio di cinque.

Ecco un esempio classico: potete trovarne molti altri – e saperne di più sulla regola del tre – qui.

“Governo del popolo, dal popolo, per il popolo…” – Abraham Lincoln, Discorso di Gettysburg

Rendi la ripetizione significativa

Semplicemente essere deliberati non è abbastanza per far funzionare la ripetizione. La ripetizione deve essere importante.

In una poesia o in una storia per bambini, potrebbe dare struttura al pezzo – o costruire un senso di anticipazione.

Nella saggistica, la ripetizione è generalmente usata per aiutare a far rimanere punti chiave nella mente del lettore.

In un romanzo, potrebbe essere usata per aiutare a collegare due scene (potenzialmente per creare un senso di contrasto o anche umorismo).

La ripetizione potrebbe anche essere significativa per la trama. Per esempio, se stai scrivendo un romanzo in cui una particolare frase è stata ripetutamente associata all’antagonista, e quella frase appare in una lettera che pretende di essere di un personaggio diverso, potrebbe essere un indizio per il lettore (e il protagonista) che qualcosa non va.

Nel prossimo libro che leggerai, che sia una trilogia di romanzi (ecco di nuovo la regola del tre…) o un libro per bambini, fai attenzione alla ripetizione. Come viene usata? È efficace? Pensa a come potresti usare la ripetizione nel tuo lavoro – in modi grandi e piccoli – per aggiungere profondità extra o renderlo più memorabile.

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