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Chris Guillebeau

Stop?

La sfida del dilettante è sapere quando fermarsi e quando spingere fino in fondo.

Ricordo ancora quella che divenne nota come la corsa più impegnativa della mia vita… venti miglia strazianti. Era qualche settimana prima di una maratona che avevo promesso di completare, e dovevo semplicemente estendere la distanza della mia corsa lunga del fine settimana. (Una maratona è di 26,2 miglia, e di solito puoi completarla senza allenarti per tutta la distanza, ma non dovresti allenarti per meno di venti miglia.)

Come ho scritto all’epoca, niente è andato bene con questa corsa e sono stato in pena per tutto il tempo. Ci sono stati momenti in cui era straziante e altri in cui era solo brutto, ma per tre lunghe ore non è mai stato comodo.

Quando stai imparando a correre per la prima volta, devi stare attento a non esagerare. I tuoi muscoli hanno bisogno di essere allenati, e dovresti stare attento a non aggiungere chilometraggio troppo velocemente. Ogni segno di dolore reale è un buon segno per riorganizzarsi e andare piano.

Ma dopo un po’, quando si inizia davvero ad allenarsi per una lunga corsa, a volte fa male. Almeno per la maggior parte di noi, non è naturale correre per tre ore e mezza di fila. Ci sono momenti in cui si dovrebbe fare marcia indietro per evitare lesioni, e ci sono momenti in cui si dovrebbe ignorare il dolore e continuare a correre.

Quando si affronta una grande sfida e si incontrano ostacoli, si tende a incontrare una voce nella propria testa che offre una facile fuga. A volte questa voce si manifesta anche in un’opinione offerta da persone benintenzionate nella tua vita.

Per quanto sia stata dura quella corsa, non avrei potuto finire la maratona qualche settimana dopo senza.

Mentre stavo lottando, sapevo quello che alcune persone avrebbero detto:

“Sii prudente… prendila con calma. Se non ti fa sentire bene, dovresti smettere”.

Credetemi, ci sono stati momenti durante quella corsa che avrei voluto rinunciare e tornare a casa.

Ma prendersela comoda era il consiglio sbagliato. Sapevo che dovevo continuare e l’ho fatto.

Quando non ero concentrato interamente sul mettere un piede davanti all’altro, sapevo anche che sarebbe diventato un ricordo di forza. Sarei stato in grado di guardare indietro e sorridere – non per il dolore, perché era veramente doloroso – ma per il coraggio che in qualche modo ho evocato per andare avanti.

***

A volte però la storia è diversa. La maggior parte delle volte non bisogna arrendersi… ma a volte è bene fermarsi.

Per fortuna, c’è un modo semplice per sapere quale scelta fare. Di fronte a questo dilemma, ponetevi un paio di domande:

1. C’è ancora il tuo cuore?

2. Puoi ottenere risultati maggiori passando a qualcos’altro?

In questo caso era facile: volevo ancora correre la maratona. Non potevo ottenere risultati maggiori provando qualcos’altro – infatti, se avessi rinunciato, avrei ulteriormente compromesso le mie possibilità di successo in seguito. Le risposte mi indicavano una sola soluzione: continuare a correre.

In altri casi, le risposte potevano indicare un’altra soluzione. Essere in grado di pensarci bene è ciò che fa la differenza.

Immagine: Ragazzo casuale

Tags: Gratitudine, persistenza, correre

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