C’è una ragione insolita e superata per cui paghiamo così tanto l’aragosta
Il New Yorker ha recentemente pubblicato una storia illuminante che espone gli strani fattori psicologici che contribuiscono al prezzo dell’aragosta. Il crostaceo è considerato e commercializzato dai ristoranti come se fosse un bene di lusso, eppure gli enormi raccolti di aragoste (che si crede siano il risultato del riscaldamento globale) hanno ingolfato il mercato, con il risultato di prezzi bassi come 2,20 dollari a libbra fuori dalla barca.
“C’è più aragosta là fuori ora di quanto chiunque sappia cosa farci, ma la stiamo ancora pagando come se fosse una rara delicatezza”, sottolinea il corrispondente del New Yorker James Surowiecki. Allora perché siamo disposti a pagare così tanto per un cibo che è sovrabbondante e incredibilmente economico al prezzo all’ingrosso?
La prima ragione diretta per cui i ristoranti non abbassano i prezzi delle aragoste è l’incertezza intrinseca dei prezzi di anno in anno: “Se un cattivo raccolto la prossima estate facesse impennare i prezzi, i ristoranti potrebbero avere difficoltà a vendere aragoste costose a clienti che si sono abituati alle aragoste economiche”. La ragione più profonda, però, è che il prezzo dell’aragosta coinvolge una tonnellata di strani fattori psicologici.
Al tempo nel New England coloniale, l’aragosta era vista come un cibo di bassa classe perché era così abbondante. I servi erano soliti fare la cacca a questo crostaceo simile a un insetto, insistendo sul fatto che non venissero nutriti con l’aragosta più di tre volte a settimana. L’aragosta divenne incredibilmente popolare nel XIX secolo, il che portò a una raccolta eccessiva, che portò all’esaurimento delle scorte, che alla fine portò a un aumento dei prezzi e alla conseguente popolarità tra i ricchi. “Nel processo, i prezzi elevati divennero una parte importante dell’immagine dell’aragosta. E, come per molti beni di lusso, la spesa è strettamente legata al piacere.”
Inoltre, i ristoranti si preoccupano del messaggio che gli sconti mandano, poiché è scientificamente provato che “quando la gente non può valutare obiettivamente un prodotto prima di comprarlo (come nel caso di un pasto) spesso assume una correlazione tra prezzo e qualità”. Tagliare il prezzo dell’aragosta in un menu potrebbe segnalare che l’aragosta è di qualità inferiore. Inoltre, se si mantengono alti i prezzi dell’aragosta, quel tonno in crosta di sesamo meno costoso sembra un buon acquisto, in confronto.
Fissare i prezzi dell’aragosta, quindi, è un complesso tentativo di rispondere e modellare ciò che i clienti vogliono. Ma questo è possibile solo perché, come afferma astutamente Surowiecki, “i ristoranti non sono un mercato di materie prime, e i ristoranti possono aggiungere valore all’aragosta che servono con ricette uniche, arredamento, posizione sul molo, e così via”. I produttori di materie prime, d’altra parte, come i pescatori di aragoste del Maine, possono fare un sacco di soldi se le condizioni di mercato sono buone, ma il loro destino dipende in ultima analisi dall’economia in generale. “I ristoranti stanno cercando di isolarsi dal mercato; gli allevatori di aragoste sono in balia del mercato.”
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