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Biografia di Nathaniel Bacon – La ribellione di Bacon

La ribellione di Bacon avvenne per un periodo di mesi nel 1676 nella Virginia Tidewater. Fu causata da una crescente scarsità di terra disponibile e dalle complicate relazioni della colonia con tribù di nativi americani sia amichevoli che ostili. Gli storici pensano alla ribellione come a quella che contrappose i ricchi piantatori della colonia. La Virginia aveva sperimentato due rivolte indiane mortali nel 1622 e nel 1644, così come un’altra nel 1675. William Berkeley (1606-77), il governatore coloniale, si attenne ad una politica che onorava le alleanze con le tribù amiche, che a loro volta fungevano da cuscinetto e alleati contro le tribù ostili.
Nathaniel Bacon (1647-1676), il ricco figlio della nobiltà inglese, arrivò in Virginia nel 1674. Era cugino per matrimonio del governatore Berkeley, che lo onorò con un posto nel suo Consiglio. Dopo che gli indiani uccisero un operaio nella sua piantagione nel 1676, Bacon assunse il mantello di combattente indiano, guidando una banda di uomini, che non faceva distinzione tra tribù amiche e ostili – in una serie di attacchi mortali. Bacon condusse poi i suoi uomini nella capitale, dove Berkeley e l’Assemblea coloniale erano in sessione, e chiese una commissione per liberare gli indiani dalle aree remote della colonia. Quando Berkeley rifiutò, gli uomini di Bacon estorsero la commissione minacciando di uccidere lui e i membri dell’Assemblea.
Il 30 luglio 1676, Bacon emise la sua “Dichiarazione del popolo”, un manifesto che giustificava la sua autorità per proteggere i diritti degli inglesi contro i nativi americani. Bacon e la sua banda saccheggiarono e saccheggiarono le piantagioni di Tidewater, raccogliendo schiavi e servi a contratto per unirsi a loro, e livellarono la capitale di Jamestown, bruciandola al suolo. Bacon morì di dissenteria in ottobre, e l’ordine fu ristabilito in Virginia quando arrivarono mille truppe dall’Inghilterra.